Dopo Amazon, anche Apple, Google, Facebook e Microsoft ammettono di ascoltare, ad insaputa degli utenti, le conversazioni con gli assistenti vocali, al fine di “migliorare il servizio”. L’intento, in apparenza corretto, avviene con modalità non lecito e trasparente; pur se le conversazioni ascoltate erano rese del tutto anonime, le stesse erano affidate a società terze […]